LE 5 PRINCIPALI TENDENZE GEOSTRATEGICHE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE SECONDO BIDEN

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di Andrew Korybko

Les 5 principales tendances géostratégiques du nouvel ordre mondial selon Biden | Геополитика.RU (geopolitica.ru)

Nello scenario attuale, chiunque pensi che gli Stati Uniti siano stati semplicemente sconfitti e si ritireranno in Nord America si sbaglia. L’élite americana sta già calcolando le sue perdite e si sta riorganizzando per guidare il mondo post-ucraino e post-pandemia. L’obiettivo di questo articolo è identificare le cinque principali tendenze geostrategiche del Nuovo Ordine Mondiale prospettato da Joe Biden e prevederne la traiettoria futura.

Il presidente statunitense Joe Biden ha dichiarato: “ci sarà un nuovo ordine mondiale e dobbiamo guidarlo, e, per farlo, dobbiamo unire il resto del mondo libero“. Fino a questo momento, lo stesso concetto Nuovo Ordine Mondiale è stato trattato alla stregua di una presunta teoria del complotto e soppressa spietatamente nel discorso mediatico egemonico, sebbene sia stato l’ex presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush ad introdurre tale concetto nel discorso politico verso la fine della prima Guerra fredda.

Tuttavia, ora che Joe Biden ha pronunciato pubblicamente tale frase, non è più politicamente scorretto parlarne. In effetti, a bene pensarsi, tale concetto potrebbe anche far parte della narrativa ufficiale nel prossimo futuro.

  1. Il blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti si è consolidato

La reazione pianificata e senza precedenti dell’Occidente a guida statunitense all’operazione militare speciale della Russia in Ucraina è servita a cementare questo blocco sotto l’egemonia di Washington.

L’UE ha sacrificato la sua sovranità strategica al suo padrone transatlantico con il pretesto di “difendersi dalla minaccia russa“, sebbene ciò abbia portato con sé enormi conseguenze economiche, che sono autoinflitte. Nel prossimo futuro, questo risultato sarà sfruttato dall’Asse anglo-americano per cacciare i concorrenti dalle loro attività, acquistare alcuni dei restanti e danneggiare permanentemente la competitività complessiva del blocco.

Ogni settimana il Centro Studi Eurasia e Mediterraneo propone ai suoi lettori la traduzione di un’analisi di Andrew Korybko

Il modello egemonico messo attivamente in campo dagli Stati Uniti in questi giorni potrebbe essere utilizzato anche per ridurre – e in definitiva interrompere – le relazioni tra Cina e UE.

2. La Russia accelererà il suo importante riorientamento strategico

Nel 2014, la grande potenza eurasiatica ha riorientato il suo principale asse strategico verso Sud, anno che segna l’inizio dell’imposizione occidentale delle sanzioni orchestrate dagli Stati Uniti, ma accelererà questa tendenza perché letteramente non ha scelta.

Bisogna notare che la Russia ha compiuto progressi impressionanti nella regione non occidentale negli ultimi otto anni. In breve, Mosca si coordina con la Cina come se le due Nazioni fossero i motori gemelli dell’emergente Ordine Mondiale Multipolare (OMM); fa affidamento sulla combinazione tra il suo Umma Pivot con i paesi a maggioranza musulmana come il Pakistan e sulla sua riconfermata partnership strategica con l’India, per prevenire una dipendenza sproporzionata dalla Repubblica Popolare Cinese; a causa del suo ruolo insostituibile in Siria, inoltre, la Russia è divenuta un regista degli eventi nell’Asia occidentale e sta anche rapidamente espandendo la sua influenza in Africa e in America Latina.

3. Rinasce la neutralità

Il fatto che la stragrande maggioranza della comunità internazionale abbia rifiutato di sanzionare la Russia – nonostante l’immensa pressione americana in tal senso – dimostra la volontà di questi Paesi di rimanere neutrali nel teatro della nuova guerra fredda che si prospetta nell’Eurasia occidentale tra Russia e Stati Uniti.

Anche Paesi importanti come Cina, India, Iran e Pakistan, così come alcuni Paesi africani, non hanno votato contro la Russia nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La rinascita del principio di neutralità nelle relazioni internazionali – che sarà osservato prevedibilmente anche quando il teatro eurasiatico orientale della nuova Guerra Fredda tra America e Cina si inasprirà inevitabilmente sul modello di quanto sta accadendo con la Russia sul fronte eurasiatico occidentale – dimostra che gli Stati Uniti non sono più in grado di esercitare unilateralmente la propria volontà su tutti gli altri come negli anni ’90 e nei primi anni 2000.

4. Saranno privilegiate le alternative non occidentali

Armare piattaforme e sistemi occidentali contro la Russia come parte della guerra ibrida a spettro completo guidata dagli Stati Uniti contro Mosca incoraggerà il resto del mondo che è ancora al di fuori della propria “sfera di influenza” a dare priorità al rapido sviluppo di alternative non occidentali. Anzi, se continuano ad affermare i propri interessi nazionali in modo indipendente rimanendo strategicamente autonomi, questi giustamente temeranno di venire designati come “la prossima Russia“. L’effetto a lungo termine di questa tendenza è che il dominio degli Stati Uniti su piattaforme, sistemi e standard internazionali scomparirà inevitabilmente; questo sviluppo potrebbe spingerli ad avviare la “balcanizzazione” del sistema internazionale finora largamente globalizzato in un disperato tentativo di strumentalizzare il caos.

5Le dimensioni ideologiche e sistemiche della nuova guerra fredda

L’ultima tendenza che emerge dalle quattro precedenti è l’indiscussa divisione del mondo tra l’Occidente del “miliardo d’oro”, guidato dagli Stati Uniti, e il Sud globale non occidentale, che si sforza di riaffermare l’egemonia unipolare declinante statunitense sulle relazioni internazionali o per attuare finalmente il Nuovo Ordine Mondiale che era sancito dalla Carta delle Nazioni Unite ma che non ha mai avuto la possibilità di concretizzarsi a causa della vecchia guerra fredda e poi del breve “momento unipolare” che ne è seguito.

Attualmente, l’ordine mondiale di transizione può essere descritto come bipolare secondo il modello introdotto da Sanjaya Baru, che pone le superpotenze americane e cinesi al vertice del sistema, seguite dalle grandi potenze relativamente più piccole, ma è non è chiaro quale sarà la sua forma futura.

Le cinque principali tendenze geostrategiche identificate in questa analisi si stanno manifestando in modo prominente anche all’interno del “Great Reset”/”Quarta rivoluzione industriale” (GR/4IR), i cui processi di cambio di paradigma ad ampio spettro sono stati accelerati dagli sforzi non coordinati della comunità internazionale per contenere il COVID-19 (“World War C”), che anche la Russia ha in una certa misura abbracciato in conformità con i propri interessi come li intendono i suoi leader.
Anche se le questioni geopolitiche e militari sono ora di primaria importanza nella coscienza pubblica, gli osservatori non dovrebbero dimenticare questo contesto socio-economico. Presi insieme, infatti, questi fattori daranno nuova forma a tutto e quindi formeranno senza dubbio il nucleo del Nuovo Ordine Mondiale di cui Biden ha parlato.

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