L’Unione Economica Euroasiatica (EEU) – Un anno dopo – risultati e prospettive

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UEE-grande

L’EEU è un’organizzazione internazionale per l’integrazione economica regionale nata ufficialmente il 1 Gennaio 2015 tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia (2 Gennaio) ed infine Kirghistan (Agosto), cinque nazioni, circa 180 milioni di persone, un settimo delle terre emerse e un PIL quasi un decimo di quello dell’UE e un quinto di quello della Cina. Ha quindi un’importanza a livello regionale (con notevoli potenzialità di sviluppo ad esempio nei settori dell’energia, agricoltura e infrastrutture), prevede la libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoro e mira a una politica singola armonizzata e coordinata nei settori previsti dal Trattato ed accordi internazionali tra i Paesi dell’Unione. Precedentemente c’erano state nell’area delle zone di libero scambio ed esisteva la Comunità Economica dell’Eurasia che aveva come membri la Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghistan e Tajikistan, mentre l’Armenia, Moldavia e Ucraina erano osservatori. Le prospettive avrebbero potuto essere buone: ancora prima della creazione dell’Unione, il processo di integrazione regionale registrava effetti positivi, ad esempio una crescita del commercio della Russia con l’Armenia del 64% durante gli ultimi 3 anni esercizi, 15% con la Bielorussia, 39% con il Kazakistan e 31% con il Kirghistan. L’Unione stessa ha registrato degli effetti positivi: il volume di investimenti dalla Comunità di Stati Indipendenti e dalla Russia in Kirghistan è cresciuto rispettivamente di 2,8 e 7,4 volte da Gennaio a Giugno 2015.

A poco più di un anno dal suo varo l’EEU ha subito dei contraccolpi dovuti alla recessione russa (circa i tre quarti del peso economico dell’Unione) e la conseguente diminuzione delle rimesse dei lavoratori dei paesi limitrofi ai loro paesi (ad esempio per l’Armenia un calo del 52% nel Gennaio-Aprile 2015 su base annuale), alla crisi del rublo che ha determinato un aumento relativo della competitività dei prodotti russi rispetto a quelli degli altri paesi, già a partire dal 2014, e al crollo del prezzo del petrolio (la Russia ricava i tre quarti delle sue esportazioni dalle materie prime, in primo luogo petrolio e gas, i proventi dai quali vanno a comporre metà del bilancio dello Stato). Il rallentamento della Cina non è stato di aiuto.

Durante il primo anno della sua esistenza, il giro di affari del commercio dell’EEU con paesi terzi è calato del 34% mentre il volume di commercio bilaterale all’interno dell’Unione è calato del 25%. Questo viene anche attribuito ad una liberalizzazione del commercio interno troppo lenta in termini di tariffe. Nel Novembre 2015 il Kazakistan ha completato la ratifica dei documenti per l’accesso all’Organizzazione Mondiale del Commercio e una parte significativa delle tariffe concordate apparivano più basse di quelle adottate nell’EEU. Lo sviluppo di un mercato comune è comunque graduale per settori a seguito di una sincronizzazione e regolamentazione concordata dei quadri legislativi, la standardizzazione dei requisiti tecnici e l’eliminazione delle barriere al commercio tra Stati Membri (ad esempio indicativamente mercato comune carni e derivati, latte e prodotti lattiero-caseari 2015, per la medicina 2016, mercato comune dei cambi 2017, per l’energia 2019, per il petrolio e gas 2025). Nell’Agosto del 2014, Viktor Spassky, direttore dell’Eurasian Economic Commission Department (creato nel 2012 come organismo regolatore permanente dell’EEU che si assicura del funzionamento e sviluppo dell’EEU ideando proposte per una crescente integrazione) commentava che infine ci sarebbe stato un mercato finanziario comune e una moneta comune, la “altyn” o simile. Affrontare la questione delle sinergie nelle politiche monetarie e macroeconomiche è cruciale per diminuire la volatilità finanziaria e nei cambi ed arginare disparità competitive tra i paesi membri. I benefici dovrebbero quindi prendere ritmo nel tempo con sforzi per la creazione di un’area comune per l’educazione, nanotecnologie ed innovazione (ad esempio con il Centro di Ingegneria Euroasiatico e un Fondo Russo-Kazako per le Nanotecnologie e un Centro per l’Innovazione in Asia centrale Kirghizo-Russo).

La questione del peso politico della Russia all’interno è anche rilevante come pure la percezione dell’EEU come entità prevalentemente a fini geopolitici con strumenti economici. Questa è una questione delicata, memori di quello che è accaduto in Ucraina. La EEU è nata sullo sfondo di un conflitto con la Bielorussia: a seguito della decisione unilaterale della Russia di imporre sanzioni ai prodotti alimentari occidentali nell’Agosto del 2014, la Russia ha accusato la Bielorussia di riesportare prodotti occidentali verso la Russia ed ha reagito a sua volta reintroducendo i controlli alle frontiere e la restrizioni sulle importazioni alimentari dalla Bielorussia. Sul nascere dell’Unione il Presidente Kazako Nazarbaev aveva visitato l’Ucraina auspicando che terminassero le sanzioni e promettendo forniture di carbone e Lukašenko, il Presidente Bielorusso ha minacciato di riallacciare i rapporti con l’occidente e dichiarato tra gli obiettivi del paese per il 2015 la riduzione della dipendenza economica da Mosca. Queste reazioni in campo economico non fanno di certo pensare ad una facile convergenza in campo politico. Parallelamente c’è stata una virata nell’interesse russo dall’Europa verso la Cina, che, insieme alla non inclusione dell’Ucraina ha portato allo spostamento dell’asse dall’Europa verso l’Asia. Questo spostamento si muove nelle acque favorevoli del corridoio economico cinese della Via della Seta. Alla Asian Infrastructure Investment Bank di recente costituzione fanno parte il Kazakistan, Kirghistan e la Russia, e per inciso l’Uzbekistan, il Tajikistan e l’Azerbaigian. La Russia è anche membro dell’ Apec (Asia Pacific Economic Cooperation) e dovrebbe essere interessata dalla possibile costituzione del Ftaap – (Free Trade Area of the Asia Pacific), spinto anche recentemente dalla Cina. Ciò non evita ai più ottimisti di vedere prospettive di collaborazione con l’UE. Junker stesso, Presidente della Commissione Europea, ha auspicato una maggiore collaborazione tra l’UE e l’EEU in una lettera a Putin del Novembre 2015.

Ci sono discussioni in corso col Tajikistan per un’adesione. E’ stata riscontrata anche una certa vitalità anche da un punto di vista geografico con la firma di un accordo di area di libero scambio con il Vietnam e la decisione di intraprendere negoziazioni con Israele, Iran, India ed Egitto, c’è anche in previsione la Tailandia per il 2016 ed un’espressione di interesse da parte della Siria, come pure un percorso di intersezione con i progetti del corridoio economico cinese della Via della Seta. La Russia ha anche proposto delle consultazioni con l’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Cina, Russia, Kazakistan, Kirghistan, Tajikistan e Uzbekistan) e ASEAN (Association of Southeast Asian Nations) per la formazione di partenariati economici. Un fattore negativo, forse prevedibile, è che si sono anche riscontrati dei limiti politici all’ ulteriore espansione dell’EEU nella regione dati gli interessi contrastanti su alcuni territori, nello specifico dell’Azerbaijan nei confronti del paese membro Armenia per il Nagorno Karabakh e del Tajikistan e Uzbekistan verso il Kirghistan per quanto riguarda la valle del Fergana.

Barbara Migone

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