Le nuove infrastrutture del Brasile e il ruolo della Cina nell’unità sudamericana

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All’inizio degli anni Novanta un gruppo di ingegneri argentini, capitanati da Daniel Ahualli e Ricardo Fernandez dell’Università nazionale di Tucuman, concepirono l’ambizioso progetto di stabilire una connessione ferroviaria tra l’Oceano Atlantico e quello Pacifico che attraversasse 4 paesi, con un percorso approssimativo di 4.700 km.

Il progetto venne pubblicato nel gennaio 1994 durante il XIX Congresso Panamericano delle Ferrovie che si tenne sull’ Isla Margarita, in Venezuela.

L’originalità dello studio consisteva nella possibilità di utilizzare le linee ferroviarie già esistenti, condizione che unita a riforme tecniche adeguate avrebbe consentito ingenti risparmi di spesa.

La rotta proposta, (dal porto cileno di) Antofagasta – Socompa – Salta Tucuman –Pocitos – Yacuiba – Santa Cruz de la Sierra – Quijarro – Baurù – Corumbà – Sao Paulo – (al porto brasiliano di) Santos, se realizzata, costituisce una grande opportunità per lo sviluppo futuro delle regioni nordiche dell’Argentina e del Cile, della catena montuosa della Bolivia, del Mato Grosso brasiliano e una piattaforma eccellente per l’integrazione regionale e la proiezione internazionale del Cono sudamericano.

Il progetto della ferrovia bioceanica è recentemente tornato alla ribalta durante la visita latinoamericana del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, che ha sottoscritto insieme alla brasiliana Dilma Roussef e al presidente peruviano Ollanta Humala un memorandum che prevede l’accelerazione dei lavori.

Per incoraggiare economicamente la realizzazione del corridoio ferroviario, il Governo di Pechino ha donato 11,5 milioni di dollari a quello di Lima, soldi che serviranno anche a rinforzare la cooperazione tra i due paesi nei settori minerario, energetico ed agricolo.

Il Governo di Brasilia ha inoltre deciso di investire massicciamente nelle infrastrutture, in quanto dell’attuale rete ferroviaria di circa 30.000 km. di estensione, ne vengono effettivamente utilizzati solo 1.500.

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Le uniche due linee in funzione collegano Belo Horizonte a Vitoria e Sao Luis a Carajàs, ma l’intenzione della Roussef è quella di costruire 3.334 km di nuovi binari su 21 nuove rotte che attraverseranno 14 Stati brasiliani entro il 2020.

Già nel 2015 invece, grazie anche all’aiuto cinese, il Brasile vorrebbe concludere l’infrastruttura che collegherà l’Atlantico al Pacifico attraverso altri tre Stati, Cile, Argentina e Paraguay, una linea ferroviaria lunga 3.567 km per un costo di 3,4 miliardi di dollari.

Questa strategia di rafforzamento del trasporto delle merci su rotaia dovrebbe consentire un raddoppio delle attuali capacità: dagli odierni 145 miliardi di tonnellate per km. si dovrebbe arrivare nel 2045 ai 375 miliardi per km, includendo oltre ai prodotti agricoli anche rame e beni manifatturieri.

Oltre alla ferrovia bioceanica Brasilia ha approvato, circa un anno fa, altri 30 progetti infrastrutturali fino al 2022, per una spesa di 14 miliardi di dollari; di essi i più rilevanti riguardano: il corridoio ferroviario tra i porti di Paranagua (Brasile) e Antofagasta (Cile), l’autostrada Caracas-Bogotà-Buenaventura-Quito, la ferrovia Santos-Arica (tratto boliviano) e l’autostrada Callao-La Oroya-Pucallpa.

Le opere verranno finanziate principalmente dal BNDES (Banco Nacional Do Desenvolvimento) brasiliano ma, facendo esse parte del progetto IIRSA (Iniziativa per l’Integrazione delle Infrastrutture Regionali Sudamericane), dovrebbero ricevere i contributi anche del Bandes (Banco de Desarrollo Econòmico y Social) venezuelano, del Banco de Inversion y Comercio Exterior argentino e del Banco del Sur.

Il tentativo d’integrazione dei trasporti del Sudamerica vanta come corollari importanti un’Agenzia spaziale regionale e un accordo strategico di difesa tra Brasile ed Argentina (la quale ha recentemente richiesto di entrare a far parte del BRICS) che prevede la fabbricazione di un aereo-cargo militare KC-390, mentre durante i colloqui di Lima si è deciso di costruire un aereo per l’addestramento piloti (cui parteciperanno Ecuador, Venezuela, Perù e Brasile) e un drone per la vigilanza delle frontiere.

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La Cina, oggi primo partner commerciale del Brasile (nel 2014 gli scambi bilaterali ammontano a quasi 90 miliardi di dollari), è fortemente interessata a questi tentativi di integrazione macroregionali, in quanto le nuove infrastrutture di trasporto consentirebbero di collegare il Sudamerica ai mercati asiatici.

Per questa ragione il Presidente cinese Xi Jinping ha promesso di intensificare ed estendere la cooperazione tra Pechino e Brasilia ad altri settori, come dimostrano le intese raggiunte per la realizzazione congiunta del satellite CBERS-5 (pronto nel 2017) e per la costruzione di una diga sul fiume Tapajos.

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Anche se la realizzazione più importante prevista per il 2015 riguarda l’inaugurazione della diga di Belo Monte (sul fiume Xingu in Brasile), un progetto energetico costato dieci miliardi di euro e al quale lavorano quotidianamente 25.000 persone.

Una volta completata, la diga di Belo Monte avrà una capacità di 11.233 megawatt e sarà in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di 18 milioni di abitanti (1/5 della nuova domanda di energia del Brasile), divenendo la terza diga più grande al mondo dopo le Tre Gole (Cina) e Itaipu (che si estende tra il Brasile e il Paraguay).

Che la Repubblica Popolare Cinese possa diventare il nuovo regista dell’unità latinoamericana è testimoniato proprio dal recente viaggio del suo Presidente Xi Jinping nella regione, durante il quale sono stati firmati 29 accordi di cooperazione con Cuba (infrastrutture, commercio, istruzione e agricoltura), rafforzati i legami con il Venezuela (del quale Pechino è il secondo partner commerciale), stipulati nuovi contratti con l’Argentina per la realizzazione di due dighe nell’area di Santa Cruz (4,4 miliardi di dollari), per la ristrutturazione di una delle linee ferroviarie più importanti per il trasporto merci (2,1 miliardi di dollari), per lo sviluppo della quarta centrale nucleare del Paese e per la costruzione di 11 navi (423 milioni di dollari).

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A Brasilia, in particolare, Xi Jinping ha proposto la creazione di un fondo da 20 miliardi di dollari per lo sviluppo delle infrastrutture in Sudamerica e nei Caraibi, offrendo subito una linea di credito del valore di 10 miliardi di dollari a favore dei Paesi della regione e promettendo un fondo di cooperazione di 5 miliardi di dollari per gli investimenti tra Cina e America Latina.

Una penetrazione strategica che Washington, minacciata direttamente nel proprio “cortile di casa”, non intende sottovalutare, come dimostrato dall’azione di “disturbo” praticata dalle ong sorosiane e dalla “diva di Stato” Sigourney Weaver contro la costruzione della diga di Belo Monte, ma che si scontra ora con la determinazione della rieletta Presidentessa Dilma Roussef a proseguire gli impegni presi e ad estendere i propri rapporti privilegiati con Pechino.

 

 

di Stefano Vernole

 

Foto (Brasile 2014) dell’autore.

 

 

 

 

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